giovedì 31 gennaio 2008

La mafia non è cambiata.

Denunciato per minacce e lesioni il figlio del boss Vitale


Ha il volto tumefatto e lividi in tutto il corpo ma la voce è ferma, come sempre. E’ Pino Maniaci, giornalista di Telejato, emittente di Partinico (Pa) aggredito martedì sera da due giovani, uno dei quali figlio del boss mafioso Vito Vitale. Il giornalista è stato ricoverato in ospedale e dimesso durante la notte. Da anni Telajato, tv locale impegnata nella denuncia del sistema politico mafioso del territorio, fa un giornalismo scomodo che parla di mafia e legalità, con un linguaggio che non fa sconti a nessuno.

A raccontarci cos’è accaduto dalla redazione di Telejato, Pino Maniaci:
Sino ad oggi erano arrivate in redazione lettere anonime, telefonate di minacce e spesso avete trovato persino le gomme delle vostre auto forate, martedì invece è accaduto dell’altro, cosa?
Stavo rientrando dalla redazione intorno alle 19.00 quando d’un tratto la mia macchina è stata fermata da un’altra dalla quale sono scesi due ragazzi, uno di loro è Michele Vitale, figlio del noto boss Vito. I due hanno iniziato a provocarmi ed insultarmi a parole, poi mi hanno impedito di scendere dalla macchina e con lo sportello aperto hanno iniziato a colpirmi con calci e pugni. Sono rimasto seduto, incastrato ed impossibilitato a muovermi, a difendermi. Uno dei due ha poi cercato di utilizzare la mia cravatta per soffocarmi, fortunatamente uso il doppio nodo e non vi sono riusciti. Dopo si sono messi in macchina e sono fuggiti.

Quali sono le tue condizioni di salute oggi dopo quest’aggressione avvenuta, fra l'altro, in pieno centro?
In ospedale mi hanno medicato e dato una prognosi di otto giorni. In nottata ho preferito lasciare l’ospedale e tornare a casa, anche per rasserenare la mia famiglia. Ho sporto denuncia contro i due ragazzi. Uno, Michele Vitale, minorenne, l’ho riconosciuto subito, l’altro non lo conoscevo ma ho fornito una descrizione agli inquirenti. Polizia e carabinieri sono stati con noi tutta la notte. Ho ricevuto messaggi di solidarietà dal presidente della Commissione antimafia, Francesco Forgione, da quello della Camera e da molti altri esponenti delle istituzioni, nonché da privati cittadini che ci sono vicini.

La vostra è un’informazione che infastidisce le famiglie della zona da anni, cosa può aver scatenato, in particolare, l’aggressione?
Probabilmente l’aver aperto il telegiornale con la notizia che, sul terreno dove sorgono le stalle, confiscate alla famiglia Vitale, da ieri lavorano le ruspe che stanno finalmente buttando giù quell’orrendo simbolo della morte. Da li, non dimentichiamolo, passavano affari ma soprattutto “comandi di morte”.

Come se non fosse accaduto nulla, Pino Maniaci e la piccola redazione di Telejato sono oggi a lavoro, sebbene dietro questa apparente normalità a tratti la voce tremi e le parole rallentino. Sono attimi interminabili, gli stessi che accomunano tutti i giornalisti minacciati, intimiditi, aggrediti in giro per l’Italia. Telejato, in Sicilia, è una pagina di storia che si ripete, con il suo modo di fare informazione politicamente non corretto e quell'irriverenza graffiante che non risparmia nessuno. Un giornalismo nettamente fuori dagli schemi che smitizza di fronte ai moltissimi telespettatori, ogni giorno, più volte al giorno, onore e affari delle "famiglie" . Questo Cosa nostra non può tollerarlo. Ma per fortuna accade in molte province dell'Isola dove si continuano a raccontare i fatti dietro le notizie, senza fare passi indietro. Mai.

Venerdì 1 febbraio alle 18:30 in piazza Duomo a Partinico si terrà una manifestazione per esprimere solidarietà al giornalista di Telejato.



da Liberainformazione

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