
Ancora una volta si celebra la morte di Peppino. Abbiamo deciso di unirci al coro, quest’anno, con l’anteprima nazionale di lamentu, una piéce di teatro civile che di Peppino Impastato, appunto, racconta la storia.
Ma, come i vecchi cantastorie che raccontavano fatti ed avvenimenti occorsi magari secoli prima, raccontiamo anche perché Peppino Impastato è morto. E questo perché si chiama mafia.
Il viaggio inizia partendo dalla strage di Portella della Ginestra, racconta la nascita di Peppino, nel 1948, ne segue l’infanzia, l’adolescenza e la sua maturità, sia fisica, sia intellettuale, sia di consapevolezza sociale e civile. E intorno al lui si dipana il contesto, un lungo racconto che parla di mafia, di stato, di stragi e di morti ammazzati.
I cantastorie quindi, per noi un’attrice e due musicisti, interagiscono direttamente narrando il lamentu. Il commento musicale suonato dal vivo è composto sia da brani del repertorio popolare, sia da brani del periodo che va dal 1960 al 1980: sono brani musicali di Rosa Balistreri e di Lolli, De Andrè, Guccini e altri che venivano normalmente programmati da Peppino a Radio Aut, la radio dai cui microfoni jettava vuci.
Stefania Blandeburgo, la voce narrante, sarà parte di un coro di cui farà parte Giacomo Tesauro, alle chitarre.
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